| Cos'è la mafia? "Complesso di piccole associazioni clandestine (cosche), rette dalla legge dell'omertà e del silenzio, che esercitano il controllo di alcune attività economiche e del sottogoverno nella Regione Siciliana": così, alla voce mafia, recita un dizionario della lingua italiana, il Devoto-Oli; e l'etimologia più seguita della parola la fa derivare dall'arabo mahias, "smargiasso", "sfacciato", e con tale significato essa compare per la prima volta nel 1658 "quale soprannome di una strega certa Catarina la Licatisa nomata ancor Maffia". Successivamente se ne fa uso nel dialetto palermitano per indicare bellezza, baldanza, graziosità, perfezione, eccellenza. Di una bella ragazza si dice che è mafiusa o mafiusedda, perfino le stoviglie e la frutta, se di buona qualità, sono "mafiusi veru!". Attribuito ad un uomo l’essere mafiusu indica superiorità, virilità, coraggio (coraggioso, valente e d’onore). (Adattato da G. Nania) Ma, nella sua accezione attuale, "Unione di persone d’ogni grado e d’ogni specie che si danno aiuto, nei reciproci interessi senza rispetto né a legge né a morale" (cfr. P. Petrocchi, Novo Dizionario Universale della lingua italiana, Milano 1906), il termine "mafia" non compare nei dizionari pubblicati in ogni parte d'Italia prima dell'unificazione. Perchè? La domanda è da considerarsi retorica.
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