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Massimo Troisi nasce a S.Giorgio a Cremano vicino Napoli il 19 Febbraio del 1954. Inizia molto giovane a calpestare le tavole dei palcoscenici. L'incontro con il primo componente della Smorfia (Lello Arena, Rafè per Massimo) avviene quasi casualmente. Massimo deve sostituire il titolare della parte del salumiere in una farsa di Petito con Lello "Rafè" nella parte del Colonnello. La loro amicizia non finira' mai, neanche dopo aver sciolto la Smorfia e proseguito ognuno la propria strada. Lello lo accompagnera' anche nei suoi viaggi a Houston per curare la sua malattia, una disfunzione congenita alla valvola nitralica.
Nel 1969 l'incontro dei due con Enzo Decaro, Valeria Pezza e Nico Mucci che formano "I Saraceni". Aprono il Centro Teatro Spazio nel 1972. Ma e' nel 1977 che i tre formano "La Smorfia". Sempre per caso si esibiranno al pubblico del Sancarluccio per sostituire Mastelloni che dovette rimandare il suo spettacolo. Inizia così una serie innumerevole di successi che li portera' in televisione nella trasmissione "Non stop". Seguiranno apparizioni in "La Sberla" e "Luna Park".
Memorabili alcune scenette del trio: S.Gennaro, La fine del mondo, La sceneggiata e tanti altri. Da segnalare i monologhi di Massimo: Il pazzo, Dio.
IL MIO FILM PREFERITO:
Ricomincio da tre
Anno:1981
Regia:Massimo Troisi
Soggetto:Massimo Troisi, Anna Pavignano
Musiche:Pino Daniele
Interpreti:Massimo Troisi, Lello Arena, Lino Troisi, Fiorenza Marcheggiani.
Trama:
E' la storia di Gaetano (Massimo Troisi) che un giorno decide di partire da Napoli per Firenze, ospite della zia, in cerca di esperienze nuove. Cerchera' in questo luogo di ricominciare non da zero ma da tre, perche' almeno le due cose che gli sono riuscite nella vita non le vuole perdere. Insieme a vicissitudini passate anche per "merito" di Gaetano (Lello Arena) che lo raggiunge a Firenze, conoscera' Marta (Fiorenza Marcheggiani) con cui decide di vivere e far da padre al figlio che lei aspetta.
Curiosita':
Girato con un budget minimo (400 milioni circa), fu un fenomeno cinematografico. Esilarante, divertente ed espressivo apprezzato molto anche ai non-napoletani nonostante il linguaggio usato nel film sia costellato di dialoghi in dialetto.
In un cinema di Roma rimase in cartellone per ben 600 giorni, un vero record.
Le gesta e le espressioni sono tipiche della commedia dell'arte napoletana che vide in Toto' e De Filippo i maestri ed in Troisi il continuatore.
I critici cinematografici:
Valerio Caprara su "Il Mattino" del 7 Marzo 1981:
La faccia, i gesti, i gags del giovane Gaetano, alla ricerca del non si sa che cosa al di la' del vitellonismo provinciale, sono equilibrati in tonalita' crepuscolari che rompono il cliche' partenopeo di "tutti disoccupati, latin lover o camorristi".
Goffredo Fofi su "Il Manifesto" del 27 Marzo 1981:
....c'e' un personaggio che mi pare nuovo e non volgare, e che addirittura potrei dire, in campo comico, il personaggio piu' nuovo e rappresentativo, cioe' sociologicamente e antropologicamente piu' dentro ai nostri anni, dai tempi del Sordi anni cinquanta.
Lino Micciche' su "L'Avanti" del 19 Marzo 1981:
Certo, a conti fatti, il film e' piu' un condensato di situazioni che un racconto lineare, piu' una aggregazione di spunti felici che una storia ben strutturata. Ma alla base di un materiale così indefinito e precario, Troisi e' riuscito a costruire un film non solo di grande finezza, ma anche di notevole densita'.
Poi ci saranno:
Scusate il ritardo.
Non ci resta che piangere.
Le vie del Signore sono finite.
Pensavo fosse amore invece era un calesse.
(GRAZIE AL SITO
www.napoletanita.it)